“Fra le tante volte che io l’ho veduto in simili circostanze ne ricordero una che risguarda i suoi sentimenti di amicizia. Pochi giorni prima di lasciare Pisa eravamo verso sera insieme seduti nel giardino del Palazzo Lanfranchi. Una dolce malinconia era sparsa sul suo viso. Egli riandava col pensiero gli avvenimenti della sua vita e faceva il confronto colle attuale sue situazione e quella che avrebbe potuta essere se la sua affezione per me non lo avesse fatto restare in Italia; e diceva cose che avrebbero resa per me la terra un paradiso, se giA sino d’allora il pressentimento di perdere tanta felicita non mi avesse tormentata. In questo mentre un domestico annuncio Mr. Hobhouse. La leggiera tinta di malinconia sparsa sul viso di Byron fece, luogo subitamente alia piu viva gioia; ma essa fu cosi forte che gli tolse quasi le forze. Un pallore commovente ricoperse il suo volto, e nell’ abbracciare il suo amico i suoi occhi erano pieni di lacrime di contento. E l’emozione fu cosi forte che egli fu obbligato di sedersi, sentendosi mancare le forze.
“La venuta pure di Lord Clare fu per lui un epoca di grande felicita. Egli amava sommamente Lord Clare—egli era cosi felice in quel breve tempo che passo presso di lui a Livorno, e il giorno in cui si separarono fu un giorno di grande tristezza per Lord Byron. ’Io ho il pressentimento che non lo vedro piu,’ diceva egli; e i suoi occhi si riempirano di lacrime; e in questo stato l’ho veduto per varii settimanie dopo la partenza di Lord Clare, ogni qual volta il discorso cadeva sopra di codesto il suo amico.”]
[Footnote 91: “Nell’ occasione pure della morire della sua figlia naturale io ho veduto nel suo dolore tuttocio che vi e di piu profondo nella tenerezza paterna. La sua condotta verso di codesta fanciulla era stata sempre quella del padre il piu amoroso; ma dalle di lui parole non si sarebbe giudicato che avesse tanta affezione per lei. Alia prima notizia della di lei malattia egli fu sommamente agitato; giunse poi la notizia della morte, ed io dovessi esercitare il tristo uficio di participarla a Lord Byron. Quel sensibile momenta sara indelebile nella mia memoria. Egli non usciva da varii giorni la sera: io andai dunque da lui. La prima domauda che egli mi fece fu relativa al Corriere che egli aveva spedito per avere notizie della sua figlia, e di cui il retardo lo inquietava. Dopo qualche momento di sospensione con tutta l’arte che sapeva suggerirmi il mio proprio dotore gli tolsi ogni speranza della guarizione della fanciulla. ‘Ho inteso,’ disse egli—’basta cosi—non dite di piu’—e un pallore mortale si sparse sul suo volto; le forze gli mancarono, e cadde sopra una sedia d’appoggio. Il suo sguardo era fisso e tale che mi fece temere per la sua ragione. Egli rimase in quello stato d’immobilita un’ ora; e nessuna parola di consolazione che io potessi indirezzargli pareva penetrare le sue orecchie non che il suo core. Ma basta cosi di questa trista