I’ mi pensai che ne’
reali alberghi
Fossero tanto piu le genti
umane,
Quant’esse ban piu di
tutto quel dovizia,
Ond’ e l’umanita
si nobil fregio.
Ma mi trovai tutto ’l
contrario, Uranio.
Gente di nome e di parlar
cortese,
Ma d’opre scarsa, e
di pieta nemica:
Gente placida in vista e mansueta,
Ma piu del cupo mar tumida
e fera:
Gente sol d’apparenza,
in cui se miri
Viso di carita, mente d’invidia
Poi trovi, e ’n dritto
sguardo animo bieco,
E minor fede allor che pin
lusinga.
Quel ch’altrove e virtu,
quivi e difetto:
Dir vero, oprar non torto,
amar non finto,
Pieta sincera, inviolabil
fede,
E di core e di man vita innocente,
Stiman d’animo vil,
di basso ingegno,
Sciochezza e vanita degna
di riso.
L’ingannare, il mentir,
la frode, il furto,
E la rapina di pieta vestita,
Crescer col danno e precipizio
altrui,
E far a se dell’altrui
biasimo onore,
Son le virtu di quella gente
infida.
Non merto, non valor, non
riverenza
Ne d’eta ne di grado
ne di legge;
Non freno di vergogna, non
rispetto
Ne d’amor ne di sangue,
non memoria
Di ricevuto ben; ne, finalmente,
Cosa si venerabile o si santa
O si giusta esser puo, ch’a
quella vasta
Cupidigia d’onori, a
quella ingorda
Fama d’avere, inviolabil
sia.
The Pastor Fido was written in open emulation of Tasso’s Aminta, and many of its most brilliant passages are borrowed from that play. Such, for example, is the Chorus on the Golden Age which closes the fourth act. Such, too, is the long description by Mirtillo of the kiss he stole from Amarilli (act ii. sc. 1). The motive here is taken from Rinaldo (canto v.), and the spirit from Aminta (act i. sc. 2). Guarini’s Satyr is a studied picture from the sketch in Tasso’s pastoral. The dialogue between Silvio and Linco (act i. sc. 1) with its lyrical refrain:
Lascia, lascia le selve,
Folle garzon, lascia le fere,
ed ama:
reproduces the dialogue between Silvia and Dafne (act i. sc. 1) with its similar refrain:
Cangia, cangia consiglio,
Pazzarella che sei.
In all these instances Guarini works up Tasso’s motives into more elaborate forms. He expands the simple suggestions of his model; and employs the artifices of rhetoric where Tasso yielded to inspiration. One example will suffice to contrast the methods of the spontaneous and the reflective poet. Tasso with divine impulse had exclaimed:
Odi quell’usignuolo,
Che va di ramo in ramo
Cantando: Io amo, io
amo!
This, in Guarini’s hands, becomes:
Quell’augellin, che
canta
Si dolcemente, e lascivetto
vola
Or dall’abete al faggio,
Ed or dal faggio al mirto,
S’avesse umano spirto,
Direbbe: Ardo d’amore,
ardo d’amore.