e interrogato il Davila d’ ogni particolare,
gli commando, che dicesse segretamente alla Reina,
che framettesse piu tempo che fosse possibile alla
venuta. L’ Abbate del Bene e il Colonello
Alfonso Corso, il quale entro in questo punto nel
gabinetto, e era confidentissimo, servitore del
Re, e pieno di merito verso la corona, lo consigliavano,
che ricevendo il Duca di Guisa nel medesimo gabinetto,
lo facese uccidere subito nell’ istesso luogo,
dicendo l’ abbate questo Percutiam pastorem,
et dispergentur oves_. Ma Villaclera, Bellieure,
e il gran Cancelliere che sopravvenne, furono di
contrario parere allegando esesr tanta la commozione
del popolo, che in caso tale, sprezzando la Maesta
regia, e rompendo tutti i vincoli delle leggi, sarebbe
corso a precipitosa vendetta, e che non essendo
le cose ancora apparecchiate per la difesa propria,
e per frenare il furore della citta le forze de’
Parigini erano troppo poderose parole per stuzzicarle."_
Lib. ix.
14. For this scene also, which gave great offence
to the followers of
Monmouth, our author had the authority
of Davila in the
continuation of the passage already
quoted.
"Mentre il Re sta dubbioso nell’ animo, sopraggiunse la Reina, che conduceva il Duca di Guisa essendo venuta nella sua seggetta, e il Duca accompagnatala sempre a piedi; ma con tanto seguito e frequenza di gente, che tutta la Citta pareva ridotta nel giro del cortile del Lovero e nelle strade vicine. Traversarono fra la spalliera de’ soldati, essendo presente Monsignor di Griglione maestro di campo della guardia, il quale uomo libero e militare, e poco amico del Duca di Guisa, mentre egli s’ inchina ad ogni privato soldato, fece pochissimo sembiante di riverirlo, il che da lui fu con qualche pallidezza del volto ben osservato, la quale continuo maggiormente, poiche vide gli Suizzeri far spalliera con l’arme a piedi della scala, e nella sala gli arcieri, e nelle camere i gentiluomini tutti radunati per aspettarlo. Entrarono nella camera del Re, il quale mentre il Duca di Guisa con profonda riverenza se gl’ inchino, con viso scorrucciato gli disse; Io v’ avevo fatto intendere, che non veniste. A queste parole il Duca con l’ istessa sommissione, che aveva fatto alla Reina, ma con parole piu ritenute, rispose. Ch’ Egli era venuto a mettersi nelle braccia della giustitia di Sua Maesta, per iscolparsi delle calunnie, che gli erano apposte da’ suoi nemici, e che nondimeno non sarebbe venuto, quando gli fosse stato detto chiaramente, che Sua Maesta comandata, che non venisse. Il Re rivolto a Bellieure, alteratamente lo domando s’ era vero, che gli avesse data commissione di dire al Duca di Guisa, che non venisse, se non voleva esser tenuto per autore delli scandali, e delle sollevazioni de’ Parigini. Monseignor di Bellieure si feceinnanzi, e volle render conto dell’ ambasciata sua; ma nel principio del parlare, il Re l’ interruppe, dicendogli, che bastava, e rivolto al Duca di Guisa disse; che non sapeva,