Stories from the Italian Poets: with Lives of the Writers, Volume 1 eBook

This eBook from the Gutenberg Project consists of approximately 338 pages of information about Stories from the Italian Poets.

Stories from the Italian Poets: with Lives of the Writers, Volume 1 eBook

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  In picciol corso mi pareano stanchi
  Lo padre e i figli, e con l’ agute scane
  Mi parea lor veder fender li fianchi.

  Quando fui desto innanzi la dimane,
  Pianger senti’ fra ’l sonno miei figliuoli
  Ch’ eran con meco, e dimandar del pane.

  Ben se’ crudel, se uo gia non ti duoli
  Pensando cio ch’ al mio cuor s’ annunziava
  E se non piangi, di che pianger suoli?

  Gia eram desti, e l’ora s’appressava
  Che ’l cibo ne soleva essere addotto,
  E per suo sogno ciascun dubitava,

  Ed io senti’ chiavar l’uscio di sotto
  A l’orribile torre:  ond’ io guardai
  Nel viso a miei figliuoi senza far motto: 

  I’ non piangeva, si dentro impietrai: 
  Piangevan’ elli; ed Anselmuccio mio
  Disse, Tu guardi si, padre:  che hai?

  Pero non lagrimai ne rispos’ io
  Tutto quel giorno ne la notte appresso,
  Infin che l’altro sol nel mondo uscio.

  Com’ un poco di raggio si fu messo
  Nel doloroso carcere, ed io scorsi
  Per quattro visi il mio aspetto stesso,

  Ambo le mani per dolor mi morsi: 
  E quei pensando ch’ i ’l fessi per voglia
  Di manicar, di subito levorsi

  E disser:  Padre, assai ci sia men doglia,
  Se tu mangi di noi:  tu ne vestisti
  Queste misere carni, e tu le spoglia.

  Quetami allor per non fargli piu tristi: 
  Quel di e l’altro stemmo tutti muti: 
  Ahi dura terra, perche non t’apristi?

  Posciache fummo al quarto di venuti,
  Gaddo mi si gitto disteso a’ piedi,
  Dicendo:  Padre mio, che non m’ ajuti?

  Quivi mori:  e come tu mi vedi,
  Vid’ io cascar li tre ad uno ad uno
  Tra ’l quinto di, e ‘l sesto:  ond’ i’ mi diedi

  Gia cieco a brancolar sovra ciascuno,
  E tre di gli chiamai poich’ e ’fur morti: 
  Poscia, piu che ’l dolor, pote ’l digiuno.

  Quand’ ebbe detto cio, con gli occhj torti
  Riprese ‘l teschio misero co’ denti,
  Che furo a l’osso come d’ un can forti.

  Ahi Pisa, vituperio de le genti,
  Del bel paese la dove ’l si suona;
  Poiche i vicini a te punir son lenti,

  Muovasi la Capraja e la Gorgona,
  E faccian siepe ad Arno in su la foce,
  Si ch’ egli annieghi in te ogni persona: 

  Che se ’l Conte Ugolino aveva voce
  D’aver tradita te de le castella,
  Non dovei tu i figliuoi porre a tal croce.

  Innocenti facea ’l eta novella;
  Novella Tebe, Uguccione, e ’l Brigata,
  E gli altri duo che ’l canto suso appella.

* * * * *

  Translation in the heroic couplet.

  Quitting the traitor Bocca’s barking soul,
  We saw two more, so iced up in one hole,
  That the one’s visage capp’d the other’s head;
  And as a famish’d man devoureth bread,
  So rent the top one’s teeth the

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