O animal grazioso e benigno,
Che visitando vai per l’ aer perso
Noi che tignemmo it mondo di sanguigno;
Se fosse amico il Re de l’Universo,
Noi pregheremmo lui per la tua pace,
Poich’ hai pieta del nostro mal
perverso.
Di quel ch’udire e che parlar ti
piace,
Noi udiremo, e parleremo a vui,
Mentre che ’l vento, come fa, si
tace.
Siede la terra, dove nata fui,
Su la marina, dove ’l Po discende,
Per aver pace co’ seguaci sui.
Amor ch’al cor gentil ratto s’apprende,
Prese costui de la bella persona
Che mi fu tolta, e ’l modo ancor
m’offende
Amer ch’a null’amato amar
perdona,
Mi prese del costui piacer si forte,
Che come vedi ancor non m’abbandona
Amor condusse noi ad una morte
Caina attende chi ’n vita ci spense.
Queste parole da lor ci fur porte.
Da ch’io ’ntesi quell’anime
offense,
Chinai ’l viso, e tanto ’l
tenni basso,
Finche ’l poeta mi disse: Che
pense?
Quando risposi, cominciai: O lasso,
Quanti dolci pensier, quanto disio
Meno costoro al doloroso passo!
Po’ mi rivolsi a loro, e parla’
io,
E cominciai: Francesca, i tuoi martiri
A lagrimar mi fanno tristo e pie.
Ma dimmi: al tempo de’ dolci
sospiri,
A che, e come concedette amore
Che conosceste i dubbiosi desiri?
Ed ella a me: Nessun maggior dolore,
Che ricordarsi del tempo felice
Ne la miseria; e cio sa ’l tuo dottore.
Ma s’a conoscer la prima radice
Del nostro amor to hai cotanto affetto,
Faro come colui the piange e dice.
Noi leggiavamo tin giorno per diletto
Di Lancilotto, come amor to strinse
Soli eravamo, e senza alcun sospetto.
Per piu fiate gli occhi ci sospinse
Quella lettura, e scolorocci ’l
viso
Ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
Esser baciato da cotanto amante,
Questi che mai da me non sia diviso,
La bocca mi bacio tutto tremante:
Galeotto fu il libro, e chi to scrisse:
Quel giorno piu non vi leggemmo avante.
Mentre the l’uno spirto questo disse,
L’altro piangeva si, che di pietade
I’ venni men cosi com’ io
morisse,
E caddi come corpo morto cade.
* * * * *
Translation in the terza rima of the original.
Scarce had I learnt the names of all that
press
Of knights and dames, than I beheld a
sight
Nigh reft my wits for very tenderness.
“O guide!” I said, “fain
would I, if I might,
Have speech with yonder pair, that hand
in hand
Seem borne before the dreadful wind so
light.”
“Wait,” said my guide, “until
then seest their band
Sweep round. Then beg them, by that
lose, to stay;
And they will come, and hover where we
stand.”