Stories from the Italian Poets: with Lives of the Writers, Volume 2 eBook

This eBook from the Gutenberg Project consists of approximately 394 pages of information about Stories from the Italian Poets.

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  I pastor, che sentito hanno il fracasso,
    Lasciando il gregge sparso alla foresta,
  Chi di qua, chi di la, tutti a gran passo
    Vi vengono a veder che cosa e questa.

* * * * *

The poet breaks off here, and enters afterwards at large into the consequences of the madness of Orlando; omitted in this work, for the reasons mentioned at page 224.

* * * * *

No.  IV.

THE DEATH OF CLORINDA.

  TASSO.

  Ma, ecco omai l’ora fatale e giunta
    Che ’l viver di Clorinda al suo fin deve. 
  Spinge egli il ferro nel bel sen di punta,
    Che vi s’immerge, e ’l sangue avido beve;
  E la veste che d’or vago trapunta
    Le mammelle stringea tenera e leve
  L’empie d’un caldo fiume.  Ella gia sente
  Morirsi, e ’l pie le manea egro e languente.

  Quel segue la vittoria, e la trafitta
    Vergine minacciando incalza e preme: 
  Ella, mentre cadea, la voce afitta
    Movendo, disse le parole estreme: 
  Parole ch’a lei novo on spirto ditta,
    Spirto di fe, di carita, di speme: 
  Virtu ch’or Dio le infonde; e se rubella
  In vita fu, la vuole in morte ancella: 

  Amico, hai vinto; io ti perdon:  perdona
    Tu ancora, al corpo no, che nulla pave,
  All’alma si:  deh! per lei prega:  e dona
    Battesmo a me ch’ogni mia colpe lave. 
  In queste voci languide risuona
    Un non so che di flebile e soave,
  Che al cor gli serpe, ed ogni sdegno ammorza,
  E gli occhi a lagrimar gl’ invoglia e sforza.

  Poco quindi lontan nel sen del monte
    Scaturia mormorando an picciol rio: 
  Egli v’accorse, e l’elmo empie nel fonte,
    E torno mesto al grande ufficio e pio. 
  Tremar senti la man, mentre la fronte,
    Non conosciuta ancor, sciolse e scoprio. 
  La vide, e la conobbe; e resto senza
  E voce, e moto.  Ahi vista! ahi cognoscenza!

  Non mori gia; che sue virtuti accolse
    Tutte in quel punto, e in guardia al cor le mise;
  E, premendo il suo affanno, a dar si volse
    Vita coll’acqua a chi col ferro uccise. 
  Mentre egli il suon de’ sacri detti sciolse,
    Colei di gioia trasmutossi, e rise: 
  E in atto di morir lieto e vivace,
  Dir parea; S’apre il cielo; io vado in pace.

  D’un bel pallore ha il bianco volto asperso,
    Come a gigli sarian miste viole;
  E gli occhi al cielo affisa, e in lei converso
    Sembra per la pietate il cielo e ’l sole;
  E la man nuda e fredda alzando verso
    Il cavaliero, in vece di parole,
  Gli da pegno di pace.  In questa forma
  Passa la bella donna, e par che dorma.

  Come l’alma gentile uscita ei vede,
    Rallenta quel vigor ch’avea raccolto,
  E l’imperio di se libero cede
    Al duol gia fatto impetuoso e stolto,
  Ch’ al cor si stringe, e chiusa in breve sede
    La vita, empie di morte i sensi e ’l volto. 
  Gia simile all’ estinto il vivo langue
  Al colore, al silenzio, agli atti, al sangue.

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