I pastor, che sentito hanno il fracasso,
Lasciando il gregge sparso
alla foresta,
Chi di qua, chi di la, tutti a gran passo
Vi vengono a veder che cosa
e questa.
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The poet breaks off here, and enters afterwards at large into the consequences of the madness of Orlando; omitted in this work, for the reasons mentioned at page 224.
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No. IV.
THE DEATH OF CLORINDA.
TASSO.
Ma, ecco omai l’ora fatale e giunta
Che ’l viver di Clorinda
al suo fin deve.
Spinge egli il ferro nel bel sen di punta,
Che vi s’immerge, e
’l sangue avido beve;
E la veste che d’or vago trapunta
Le mammelle stringea tenera
e leve
L’empie d’un caldo fiume.
Ella gia sente
Morirsi, e ’l pie le manea egro
e languente.
Quel segue la vittoria, e la trafitta
Vergine minacciando incalza
e preme:
Ella, mentre cadea, la voce afitta
Movendo, disse le parole estreme:
Parole ch’a lei novo on spirto ditta,
Spirto di fe, di carita, di
speme:
Virtu ch’or Dio le infonde; e se
rubella
In vita fu, la vuole in morte ancella:
Amico, hai vinto; io ti perdon: perdona
Tu ancora, al corpo no, che
nulla pave,
All’alma si: deh! per lei prega:
e dona
Battesmo a me ch’ogni
mia colpe lave.
In queste voci languide risuona
Un non so che di flebile e
soave,
Che al cor gli serpe, ed ogni sdegno ammorza,
E gli occhi a lagrimar gl’ invoglia
e sforza.
Poco quindi lontan nel sen del monte
Scaturia mormorando an picciol
rio:
Egli v’accorse, e l’elmo empie
nel fonte,
E torno mesto al grande ufficio
e pio.
Tremar senti la man, mentre la fronte,
Non conosciuta ancor, sciolse
e scoprio.
La vide, e la conobbe; e resto senza
E voce, e moto. Ahi vista! ahi cognoscenza!
Non mori gia; che sue virtuti accolse
Tutte in quel punto, e in
guardia al cor le mise;
E, premendo il suo affanno, a dar si volse
Vita coll’acqua a chi
col ferro uccise.
Mentre egli il suon de’ sacri detti
sciolse,
Colei di gioia trasmutossi,
e rise:
E in atto di morir lieto e vivace,
Dir parea; S’apre il cielo; io vado
in pace.
D’un bel pallore ha il bianco volto
asperso,
Come a gigli sarian miste
viole;
E gli occhi al cielo affisa, e in lei
converso
Sembra per la pietate il cielo
e ’l sole;
E la man nuda e fredda alzando verso
Il cavaliero, in vece di parole,
Gli da pegno di pace. In questa forma
Passa la bella donna, e par che dorma.
Come l’alma gentile uscita ei vede,
Rallenta quel vigor ch’avea
raccolto,
E l’imperio di se libero cede
Al duol gia fatto impetuoso
e stolto,
Ch’ al cor si stringe, e chiusa
in breve sede
La vita, empie di morte i
sensi e ’l volto.
Gia simile all’ estinto il vivo
langue
Al colore, al silenzio, agli atti, al
sangue.