Fu allora per uscir del sentimento;
Si tutto in preda del dolor
si lassa.
Credete a chi n’ha fatto esperimento,
Che questo e ’l duol
che tutti gli altri passa.
Caduto gli era sopra il petto il mento,
La fronte priva di baldanza,
e bassa;
Ne pote aver (che ’l duol l’occupo
tanto)
Alle querele voce, o umore al pianto.
L’impetuosa doglia entro rimase,
Che volea tutta uscir con
troppa fretta.
Cosi veggian restar l’acqua nel
vase,
Che largo il ventre e la bocca
abbia stretta;
Che, nel voltar che si fa in su la base,
L’umor, che vorria uscir,
tanto s’affretta,
E ne l’angusta via tanto s’intrica,
Ch’a goccia a goccia fuore esce
a fatica.
Poi ritorna in se alquanto, e pensa come
Possa esser che non sia la
cosa vera:
Che voglia alcun cosi infamare il nome
De la sua donna e crede e
brama e spera,
O gravar lui d’insopportabil some
Tanto di gelosia, che se ne
pera;
Et abbia quel, sia chi si voglia stato,
Molto la man di lei bene imitato.
In cosi poca, in cosi debol speme
Sveglia gli spirti, e gli
rifranca un poco;
Indi al suo Brigliadoro il dosso preme,
Dando gia il sole alla sorella
loco.
Non molto va, che da le vie supreme
De i tetti uscir vede il vapor
del fuoco,
Sente cani abbaiar, muggiare armento;
Viene alla villa, e piglia alloggiamento.
Languido smonta, e lascia Brigliadoro
A un discreto garzon che n’abbia
cura.
Altri il disarma, altri gli sproni d’oro
Gli leva, altri a forbir va
l’armatura.
Era questa la casa ove Medoro
Giacque ferito, e v’ebbe
alta avventura.
Corcarsi Orlando e non cenar domanda,
Di dolor sazio e non d’altra vivanda.
Quanto piu cerca ritrovar quiete,
Tanto ritrova piu travaglio
e pene;
Che de l’odiato scritto ogni parete,
Ogni uscio, ogni finestra
vede piena.
Chieder ne vuol: poi tien le labra
chete;
Che teme non si far troppo
serena,
Troppo chiara la cosa, che di nebbia
Cerca offuscar, perche men nuocer debbia.
Poco gli giova usar fraude a se stesso;
Che senza domandarne e chi
ne parla.
Il pastor, che lo vede cosi oppresso
Da sua tristrizia, e che vorria
levarla,
L’istoria nota a se the dicea spesso
Di quei duo amanti a chi volea
ascoltarla,
Ch’a molti dilettevole fu a udire,
Gl’incomincio senza rispetto a dire:
Come esso a prieghi d’Angelica bella,
Portato avea Medoro alla sua
villa;
Ch’era ferito gravemente, e ch’ella
Curo la piaga, e in pochi
di guarilla;
Ma che nel cor d’una maggior di
quella
Lei feri amor: e di poca
scintilla
L’accese tanto e si cocente fuoco,
Che n’ardea tutta, e non trovava
loco.