Stories from the Italian Poets: with Lives of the Writers, Volume 2 eBook

This eBook from the Gutenberg Project consists of approximately 394 pages of information about Stories from the Italian Poets.

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  Il Re Agrican, che ardeva oltre misura,
    Non puote tal risposta comportare;
  Benche sia ’l mezzo de la notte scura,
    Prese Bajardo e su v’ ebbe a montare,
  Ed orgoglioso, con vista sicura,
    Isgrida al Conte, ed ebbel a sfidare,
  Dicendo:  Cavalier, la dama gaglia
  Lasciar convienti, o far meco battaglia.

  Era gia il Conte in su l’ arcion salito,
    Perche, come si mosse il Re possente,
  Temendo dal Pagan esser tradito,
    Salto sopra ’l destrier subitamente;
  Onde rispose con animo ardito: 
    Lasciar colei non posso per niente;
  E s’io potess, ancora io non vorria;
  Avertela convien per altra via.

  Come in mar la tempesta a gran fortuna,
    Cominciarno l’ assalto i cavalieri
  Nel verde prato, per la notte bruna,
    Con sproni urtarno addosso i buon destrieri;
  E si scorgeano al lume de la luna,
    Dandosi colpi dispietati e fieri,
  Ch’ era ciascun difor forte ed ardito
  Ma piu non dico; il Canto e qui finito.

ARIOSTO.

  Seguon gli Scotti ove la guida loro
    Per l’alta selva alto disdegno mena,
  Poi che lasciato ha l’uno e l’altro Moro,
    L’un morto in tutto, e l’altro vivo a pena. 
  Giacque gran pezzo il giovine Medoro,
    Spicciando il sangue da si larga vena,
  Che di sua vita al fin saria venuto,
  Se non sopravenia chi gli die aiuto.

  Gli sopravenne a caso una donzella,
    Avvolta in pastorale et umil veste,
  Ma di real presenzia, e in viso bella,
    D’alte maniere e accortamente oneste. 
  Tanto e ch’io non ne dissi piu novella,
    Ch’a pena riconoscer la dovreste;
  Questa, se non sapete, Angelica era,
  Del gran Can del Catai la figlia altiera.

  Poi che ’l suo annello Angelica riebbe,
    Di the Brunel l’avea tenuta priva,
  In tanto fasto, in tanto orgoglio crebbe,
    Ch’esser parea di tutto ’l mondo schiva: 
  Se ne va sola, e non si degnerebbe
    Compagno aver qual piu famoso viva;
  Si sdegna a rimembrar the gia suo amante
  Abbia Orlando nomato, o Sacripante.

  E, sopra ogn’altro error, via piu pentita
    Era del ben che gia a Rinaldo volse. 
  Troppo parendole essersi avvilita,
    Ch’a riguardar si basso gli occhi volse. 
  Tant’arroganzia avendo Amor sentita,
    Piu lungamente comportar non volse. 
  Dove giacea Medor, si pose al varco,
  E l’aspetto, posto lo strale all’arco.

  Quando Angelica vide il giovinetto
    Languir ferito, assai vicino a morte,
  Che del suo Re che giacea senza tetto,
    Piu che del proprio mal, si dolea forte,
  Insolita pietade in mezo al petto
    Si senti entrar per disusate porte,
  Che le fe’ il duro cor tenero e molle;
  E piu quando il suo caso egli narrolle.

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