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SOURCE: Brose, Margaret. “Leopardi's ‘L'Infinito’ and the Language of the Romantic Sublime.” Poetics Today 4, no. 1 (1983): 47-71.
In the following essay, Brose examines the relationship of Leopardi's lyrics to the aesthetics of European romanticism in general and of the romantic sublime in particular.
“l'infinito”
Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo; ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare.
(Giacomo Leopardi, 1819)
[(1) Always dear to me...
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